Una storia ormai dimenticata ma ancora viva nelle coscienze dei Sardi. Un periodo di sopraffazioni, di ingiustizie, di vessazioni e sempre attuale, nel quale il potente ha potere di vita e di morte sui deboli. La legge delle chiudende ne è l’emblema. Chi meglio poteva interpretare le leggi, gli editti, se non gli stessi potenti già prima del popolo, dei poveri contadini accaparrandosi vasti territori fra i più fertili del circondario? Lasciavano solamente dei campi improduttivi, sterili che i nullatenenti si contendevano, come i cani famelici gli avanzi e le carcasse di bestie morte.E il ripetersi della storia, la stanchezza dei secoli, il buono ed il cattivo, e l’ingordigia umana non ha confini. Ma nelle famiglie sia ricche o povere vi è sempre il buono ed il malvagio, ed in questo romanzo spiccano le figure di Don Andria e di Don Silvio, diametralmente opposti. Ed è un destino comune il morire per mano di Dio o dell’uomo, ma che accomuna le vite nello stesso luogo, nello stesso destino. Nella morte scompare il vincente ed il perdente, il povero ed il ricco, cose ormai banali e risapute ma sempre attuali. Il romanzo si snoda in una teoria di figure che lottano, si trascinano in una scia di vicende in cui la luna, su nel cielo, osserva, ride, si nasconde, gioca, in un silenzio beffardo, indifferente alle umane vicende.
- Copertina flessibile: 264 pagine
- Editore: Place Book Publishing (7 febbraio 2020)
- Collana: I Corti
- Lingua: Italiano
- ISBN-13: 979-8610587615
- ASIN: B084DGVK4W